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Re: [LAB 1] Il sole degli ultimi

Caro @Alberto Tosciri 

Qui fumetti che citi sono stati miei fidi compagni per anni, è su di loro che mi è nata quella passione per il disegno che mi ha poi condotto a un indirizzo artistico dei miei studi superiori.
In realtà coltivavo il sogno di divenire anche io un disegnatore di fumetti, per tanto mi dilettavo a creare piccoli album (nel formato a striscia come quelli di Capitan Miki e Black Macigno) creando piccole storie disegnate a matita e poi illustrate a china da me.
Trovai. intorno ai dieci anni, uno straordinario maestro del segno per la mia formazione autodidatta: "Magnus", al secolo Roberto Raviola, autore grafico dei fumetti (per adulti) Kriminal, Satanik, Denis Cobb, su soggetti di Max Bunker (Luciano Secchi).
Quei fumetti furono decisivi per indirizzare le mie scelte di studio future.
La cosa singolare, fu che mia madre, felice di avere un figlio con velleità artistiche, quando comprese quale fosse il materiale a cui mi ispiravo per le mie creazioni, mi prese a scapaccioni, perché si trattava (a suo dire) di fumetti violenti, diseducativi e infarciti di donnine seminude.
Così mi gettò nella spazzatura tutta la collezione dei miei amati fumetti.
Da quel momento seguitare la mia passione fumettistica divenne più difficoltosa, data la proibizione materna dovetti entrare in clandestinità per continuare a coltivarla fino all'età di tredici anni.

A si biri, amico mio.  (y) :D

Re: [LAB 1] Il sole degli ultimi

Ciao @Alberto Tosciri 

Il racconto, come tua consuetudine, è scritto ottimamente e scorre assai bene.
La lettura è piacevole e l’argomento è altamente drammatico.

Riesci, attraverso elementi descrittivi e dialoghi molto credibili, a creare il complesso quadro di una situazione in cui gli uomini si pongono al limite
della loro umanità.
Narri un episodio, ovviamente di fantasia, della seconda guerra mondiale, ma che certamente può, nelle ragioni e nella logica disumana di quel conflitto (come di tutti gli altri conflitti passati, presenti e forse futuri), avere avuto luogo nella realtà.
E’ un racconto epico, che pone l’accento sul senso del dove e dell’onore militare, visto dal punto di vista di un giovane posto dalla parte sbagliata della storia.

Confesso, amico mio, che da ragazzino, passato dalle letture de “Il Monello” e “L’intrepido” ebbi un nutrito periodo di “Guerra d’eroi”, fumetto interamente imperniato sulle vicende belliche del conflitto mondiale.
Un racconto come il tuo, mi avrebbe allora commosso, facendomi anche inumidire gli occhi.
Ma poi crescendo sono diventato anarco_marxista e pacifista convinto, quindi quelle emozioni non mi toccano più :)
Ciò nonostante, complimenti per l’ottimo lavoro letterario di sicura qualità.

A si biri  (y)

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