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Re: Violazione del perimetro

Caro @RicMan 

Mi è piacuito molto questo tuo racconto.

Direi molto buono il clima di crescente suspense che lo anima da capo a fondo.
Fin dal prologo ci si cala in una dimensione di dramma distopico: la descrizione di un ambiente funestato da un vento implacabile che rende gravosa la vita della popolazione, creando oggettive difficoltà allo svolgimento di ogni semplice lavoro svolto all’aperto.

L’anomalia delle condizioni ambientali resta un interrogativo che ci riveli solo nella parte terminale del racconto, ma è di per sé un elemento narrativo assai forte che crea nel lettore quello stato di disagio e curiosità irrisolta nel proseguo della lettura.
Indubbiamente questo meccanismo è alla base di ogni racconto che contenga elementi di mistero, dal Thriller alla fiction fantascientifica e tu lo usi con ottima capacità.
Riesci a darci a picole aggiunte, rilasciate con parsimoniosa cura di calcolato tessitore di suspense, un quadro più definito di quale sia il disegno complessivo sviluppato dalla trama del racconto.

Abbiamo per tanto una situazione ambientale di forte disagio, in cui i personaggi si muovono con difficoltà, lo scenario in cui si svolge il racconto è nei pressi di una fortezza militare abbandonata, che pare custodire segreti da “Area 51“.
Nella difficile routine quotidiana di due agenti della sicurezza si presenta un fatto imprevisto e anomalo, qualcuno mostra l’intento di violare il perimetro "off limits" della base militare.
Ci sembra di immaginarli questi due agenti, costretti a operare in quel bailamme di povere e vento, alla ricerca di un probabile svitato che cerca di introdursi in un luogo disastrato da anni di incuria e apparentemente di alcun tangibile interesse.
Quell’individuo scopriamo essere uno scienziato che ha operato all’interno della struttura militare della fortezza, ma la sua scheda identificativa è stata resa all’osso: creando a questo punto un aggiunta al mistero della facenda che diviene di riga in riga più intrigante.
In questo quadro trovi lo spazio per creare anche delle scene d’azione con inseguimenti e ausilio delle armi.
Il finale ci riserva un quadro di complotto mondiale post-atomico, di cui possiamo solo immaginare gli sviluppi.
Ma la tua penna si arresta in un fermo immagine di dubbio, di scelta decisiva, di sadica sospensione di un finale che non conosceremo mai.

Devo dire che l’unico rimpianto resta nella brevità del racconto, dettata dal ferreo numero dei caratteri.
La voglia di sapere cosa accadrà dopo è assai difficile da combattere.

Complimenti amico mio. Un saluto.

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