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Re: Se io potessi nascondere il mio cadavere -- (ATTENZIONE LINGUAGGIO ESPLICITO)

Mio buon @RicMan 

ho quasi la certezza di non aver ancora commentato un tuo racconto, se così è me ne scuso, perché leggerti è piacevole.
Anzitutto, non mi dispiace affatto l’uso del linguaggio esplicito, quando è usato per dare colore e forza a un racconto che abbia sapore di realtà.
Questo tuo racconto è di una attualità assolutamente reale.
Direi inoltre che esprime un giudizio assolutamente condivisibile sulla vita dei social abitualmente frequentati.
Ho personalmente un profilo su Facebook, nel quale non entro quasi mai, poiché  il luogo è divenuto una cloaca umana, nel quale si aggirano indefessi MDF (al secolo: Morti di Figa), alla ricerca di corrispettive MdC (ovvero: Morte di Cazzo), nonché la più assortita e variegata specie di disturbati mentali che la medicina possa elencare.
Su twitter tali figure appaiono meno evidenti, ma in realtà è sovente solo una copertrura tattica, poiché la piattaforma ha nomea di essere frequentata vieppiù dalle élite intellettuali del paese, pertanto la caccia alla gnocca avviene attraverso citazioni “copia-incolla” di pensatori, scrittori e poeti.
Ma il piatto forte è la controversia politica, con opposte fazioni di sinistra, destra e centro si riempiono quotidianamente di sanguinosi improperi, lamentando poi puntualmente l’imbarbarimento della dialettica nella nostra classe politica.
Quasi che tali politici, sovente perfetti buzzurri calzati e vestiti, in parlamento non ce li avessero mandati i loro elettori, ma vi fossero nati per germinazione spontanea.

Detto questo, il tuo racconto è scorrevole e godibile, benché non presenti grandi novità nel tema e nella sua stesura.
Volendo fare riferimenti letterari, direi che l’impostazione potrebbe da un lato ricordare qualcosa del Camus della “Caduta” e dall’altra uno stile alla
Niccolò Ammaniti.

Non entro nella disanima grammaticale del tuo scritto, poiché la mia ignoranza su tale argomento è abissale, quindi lascio il campo a chi, se ve ne fosse il bisogno, saprebbe esserti più utile.

Divertente, autoironica e pure amara è l’idea di uno che si suicida mentre tenta di farsi un selfie al deratano, per poi postarla come ultimo tragico e sarcastico saluto all’umanità dei social.
Mi è rimasto un dubbio a proposito del fatto che, stante la location desolata e raminga in cui hai ambientato il racconto, non mi è chiaro che differenza ci sarebbe stata nel ritrovamento del cadavere?
Ovvero, se li non ci andava mai nessuno, cosa sarebbe cambiato, se invece di cadere su un terrazzo sottostante, si fosse sfracellato direttamente al suolo?

Questo dubbio mi attanaglia fin da questa mattina, quando ho letto il tuo gustoso racconto.

In attesa di leggere altre cose tue, ti porgo un caloroso saluto.



Ciao :)

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