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Re: [Mi 173] Come un Avenger

Ciao carissima @Talia 

Secco, incisivo, ruvido e violento questo tuo racconto.
Trovo che abbia un buon ritmo: serrato e incalzante come deve essere un buon thriller, la scrittura è priva di orpelli e fronzoli che ne appesantiscono la lettura, che infatti procedere scorrevole e fluida.
Pertanto, da un punto di vista formale non posso che complimentarmi per l’evidente e già nota qualità della tua penna.

L’unico appunto che posso muoverti è sull’originalità del soggetto, tenendo conto che nel darti questo personalissimo giudizio, pesa il mio storico background di lettore su questo genere letterario.
Essendo cresciuto a pane e thriller a colazione, horror a pranzo e noir a cena, rappresento il prototipo di lettore più difficile da entusiasmare con questo genere di storie.
Anche perché tutta la letteratura e il cinema dell’ultimo mezzo secolo ci hanno proposto ogni sorta di efferato “serial killer”, cucinato nelle più svariate salse.
Dagli Hannibal Lecter del “Silenzio degli innocenti”, Norman Bates, dal romanzo del Psycho, al Dexter Morgan, della serie TV, per citarne alcuni che presentano le stesse caratteristiche del personaggio nel tuo racconto.

C’è un inevitabile effetto déjà-vu, che rende spuntata la pur affilata lama del tuo killer: un’infanzia infelice, resa infernale dagli abusi ripetuti di un padre violento, infame e pervertito.
La meccanica causa-effetto che su questo dramma infantile conduce alla deviazione omicida in età adulta, con la variante d’impersonare un implacabile persecutore di biechi individui che elimina in veste di estremo giustiziere.
Insomma, un buon racconto dal punto di vista della scrittura, ma che non riesce a coinvolgere emotivamente un lettore che sia discreto consumatore di questo genere di letteratura.
Tieni comunque conto che sono il primo a comprendere e giustificare la grossa difficoltà, al giorno d’oggi, di ideare qualcosa di originale e sorprendente volendo proporre la figura di un serial killer.
Del resto, siamo bombardati da ogni sorta di delitti sanguinosi che riempiono i giornali e le cronache dei TG.
Tempi duri per chi vuole scrivere di “cattivoni” in maniera innovativa.

Un saluto e un abbraccio.

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