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Re: Jus primae editionis

Lo spoiler avrebbe dovuto nascondere ma anche rivelare questo:

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Le frasi in corsivo pronunciate dagli orrifici protagonisti sono citazioni totali o parziali tratte dagli horror in oggetto.

Jus primae editionis

Jus primae editionis

Nella sala magna del maniero

Una scura cintura di nubi invernali, a tratti zigzagata da saette nel lucore appannato del giorno, attornia il castello dell’editore horror per antonomasia.
Nella sala magna del maniero, riscaldata dalle braci appena attizzate dal discreto maggiordomo nei due camini, Elymas Magus sta progettando uno scoop editoriale sui generis, di concerto col suo avvocato Legu Leio.
Questi accarezza il gatto nero di casa mentre afferma: “Oggi come oggi chiunque può ripubblicare legalmente un classico una volta che è scaduto il copyright e che il testo entra nel pubblico dominio. Sul diritto di prima edizione, la giurisprudenza non si è mai pronunciata. Comunque, il vuoto normativo non è imprescindibile...”
“Le generazioni che mi hanno preceduto non hanno pensato a rivendicare questo diritto? Che stiano quieti nell’eterno riposo: non sanno il piacere di rivoltarsi… Non m’interessa cosa abbiano fatto o non fatto in merito: io sono diverso!” Elymas Magus ha l’emozione nella voce. Tace e si alza di scatto; va alla finestra a rifarsi gli occhi con le tenebre diurne, quindi a mettersi davanti ai suoi tesori, allineati in una bacheca aperta e protetti da preziose ragnatele intonse.
Legu Leio si sistema meglio sulla poltrona in noce dell’ospite, e apre un faldone sul tavolo elisabettiano: “Vediamo di riassumere: voi sostenete che l’aver editato per primo quei tre horror classici vi dia il diritto di rivendicare il controllo e un corrispettivo simbolico nel caso un’altra casa editrice voglia ristampare, in qualsiasi lingua e nazione, quelle opere? Di essere comunque l’unico autorizzato a farlo ? Volete che vi rappresenti davanti alla legge e contro chi esattamente?”

“Contro il più grosso per insegnare ai medi e ai piccoli: Ammazzon, la sezione horror della plenipotenziaria del settore! L’accusa? Infedeltà all’originale! E citiamo la SIAE a testimone, se serve. Ma dovresti essere tu a patrocinarmi e non io a insegnarti il tuo lavoro! Non fare il leguleio che non sei!”

L’avvocato sorride. Aveva scelto bene il suo nome d’arte, con metodo: gli era valso, all’inizio, a spiazzare gli avversari, e amava fregiarsene ancora: “Perdonatemi, ma devo essere puntiglioso per un lavoro ben fatto. Ho appurato dai registri dell’archivio delle Case Editrici del diciannovesimo secolo che quei tre sono stati pubblicati legittimamente e “in primis” dalla vostra “Elimas Magus - Edizioni horror”.
L’editore si sofferma dalla bacheca per accarezzare i dorsi antichi dei suoi libri, scostando con gentilezza le ragnatele, citando le date di edizione:

Frankenstein di Mary Shelley (1818); La verità sul caso di Mr. Valdemar di Edgar Allan Poe (1845); Dracula di Bram Stoker (1897). Tutti contrassegnati da:
Casa Editrice: Elymas Magus - Casa Editrice: Elymas Magus - Casa Editrice: Elymas Magus.

Legu Leio gusta tre gechi glassati con uno stecchino: “Sono squisiti… Posso prenderne ancora?” L’editore arrossisce per il complimento.
L’avvocato si frega le mani, dove si è appena spalmato olio di spermaceti:
“Repetita juvant. Dobbiamo far cambiare la norma obsoleta e ingiusta per la quale chiunque può ripubblicare legalmente un classico una volta che è scaduto il copyright e che il testo sia entrato nel pubblico dominio. Potremmo essere gli apripista di una class action per tutti i generi letterari, anche se solo per i classici riconosciuti come tali. La Casa editrice originaria deve avere voce in capitolo sulle successive pubblicazioni.
Facciamo del bene al settore: mai più scempi da cattivi rifacimenti e traduzioni. Jus primae editionis!”
L’editore annuisce, soddisfatto. “Salviamo i capolavori! Deve passare questo messaggio.”
“Ma” prosegue l’avvocato “temo non sia legale che voi teniate i tre orrifici prigionieri nelle segrete, finché non vi venga riconosciuto lo status che rivendicate. Anzi, ne dubito assai, per dirla tutta. È una situazione oscura e oscurantista da cui mi dissocio.”

“Ho il potere di non farli apparire d’ora in poi nelle pagine stampate di Frankenstein - Dracula - e La verità sul caso di Mr. Valdemar. E ne aspetto la illegittimità di default.
Fino ad allora, resteranno miei ospiti. Piuttosto, dovresti chiederti come ho fatto a trasferirli qui.”

“Infatti me lo stavo chiedendo…”
“Li ho portati in una situazione paranormale, da immaginaria che era. La situazione transitoria tra il nostro “normale” e il loro “fantastico-orrifico mistero”.
“ Tu sei oltre il Mistero, tu sei Magus” afferma Leio, saltando le formalità nell’impeto dell’entusiasmo.

Nelle segrete del maniero

"Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarmi qui!"
Afflitto, Dracula va avanti e indietro come un leone in gabbia: “Sangue di una vergine! Trovarmi qui, tra pezzi ambulanti di cadaveri vintage e un morto che parla!”
"Un essere umano perfetto dovrebbe sempre mantenere la mente calma e serena e non permettere che la passione o che un desiderio passeggero disturbino mai la sua tranquillità” asserisce con tono ironico Frankenstein.
Il vampiro non assimila il messaggio della creatura. Marcio dall’astinenza, lo addenta al collo: ” Puah! Ma non è carne fresca la tua!”
La creatura risponde piccata: “Non lo sai, ignorante, di cosa sono fatto io? Ti confermo: non ha sangue sta rapa! Quantomeno, il mio odore di cadavere, mischiato e muschiato, piace all’editore che ci ospita con questo agio e comodità. Hai notato le coreografie dell’ambiente? Persino i pipistrelli aggrappati al lampadario. Carucci.”
“E questi lecca-lecca? Hanno un retrogusto di sangue umano secco delizioso” aggiunge.
“Sono le piccole cose come questa a darti la misura dell’ospite” conclude ghignando, mentre il vampiro si precipita sulle caramelle.
“Mi chiedo se capiamo il nostro valore, dal momento che il nostro rapimento presuppone che Magus voglia chiedere un riscatto” ragiona Dracula a voce alta.
“Siamo personaggi romanzeschi, non reali. Perfino questa prigionia è fittizia: stiamo solo immaginando di essere qui” risponde l’alta creatura, cercando di arrivare al livello del selciato con gli occhi acquosi che dalla grata in là non vedrebbero comunque nulla.
Dracula sospira: “Sai che ti dico? Pensiamo positivo! Siamo usciti da quelle pagine dopo quasi due secoli per farci una vacanza. Tra l’altro, in quanti ci hanno trattato bene come il Magus della nostra prima pubblicazione? I nostri autori ne erano soddisfatti, sì o no? Passano i secoli ed eccoci finiti in pasto a case editrici che hanno la facoltà di fare scempio delle nostre storie: raffazzonate, quando va bene, o mal tradotte. Chiunque può svegliarsi al mattino e decidere di pubblicarci come vuole. E non va bene, non va bene no per la nostra immagine. “

Frankenstein, lasciando traballando e sgangherando i suoi inani tentativi col finestrino e la grata, concorda: “Calarci in nuove stampe inqualificabili. Indegnamente formattati…” La creatura conclude, col suo sinistro e raccapricciante sorriso: “Noi tre siamo in una situazione oscura, ma sono le pagine dove viviamo dall’origine a rischio dell’oscurantismo più completo. Diamo fiducia al Magus, compagni: noi siamo vivi!”

Disteso su un catafalco antico, il terzo orrifico, Valdemar, rantola:

“Sono morto - lo so - finitemi…”
ABBC3_SPOILER_SHOW

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