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Re: [Caronte] Pagine di mondi

Emy ha scritto: mer feb 10, 2021 11:54 am Ciao, Mariangela, bentrovata. Sottoscrivo quanto detto da Bef. Una coppia di amici ha adottato dall'estero una bambina l'anno scorso e l'integrazione nel nuovo ambiente non è stata affatto semplice. Arrivare a chiamare mamma, un'altra donna, è un processo complesso che richiede tempo, così come lo è quello di parlare liberamente e con grande naturalezza del paese d'origine. O alzi l'età del bambino, e trasferisci la storia più in là, con protagonisti magari già adolescenti. Oppure fai in modo che il bambino keniota sia arrivato qui con la famiglia così esci da ogni impiccio e ha un margine più ampio di manovra. Sul linguaggio ti hanno detto già tutto, non mi ripeto. Ho apprezzato invece e molto la tematica e il solito garbo con cui l'hai affrontata. L'espediente poetico, per quel che mi riguarda, funziona bene e serve da filo rouge che unisce le parti in modo sapiente e curioso. Non tutti i versi sono chiari, nel senso che non sono immediati sempre, ma tutto sommato danno un tocco di classe alla storia. @Poeta Zaza, grazie per la piacevole lettura. A rileggerci. Un abbraccio!
Ti ringrazio del passaggio, delle tue considerazioni, e rIcambio l'abbraccio, cara @Emy :hug:

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Talia ha scritto: gio feb 04, 2021 9:54 pm Ciao @Poeta Zaza,
Molto molto piaciuto il contenuto antirazzista del tuo testo. Dolcissima la voce narrante, simpaticissimo Amir.
Forse a tratti il testo perde di fluidità, come se alcune frasi non fossero amalgamate in modo logico allo svolgersi della trama, anche se ogni episodio, preso a se stante, è decisamente godibile.
Sai benissimo che amo la poesia e apprezzo il tuo stile poetico, però, in questa storia forse avrei evitato di inserirne.

Talia :happy-sunny:
Grazie del passaggio e delle tue parole, @Talia . Che bello il tuo sole felice!

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Almissima ha scritto: gio feb 04, 2021 8:44 pm Ho apprezzato molto il racconto in tutte e due le versioni.
A dire il vero pensavo che i due bambini fossero già alle mie, quindi sui 12 anni, proprio per il tipo di linguaggio e ragionamento proposto.
Ho trovato molto bene le due poesie finali. le ho interpretate un po' come un parlarsi dell'anima, quando ci si scambiano cose senza sapere nemmeno che si sta facendo proprio quello.
Effettivamente tolgono un po' di spontaneità al racconto, peró sono bellissime.
Grazie delle belle parole, cara @Almissima :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Macleobond ha scritto: gio feb 04, 2021 8:10 pm @Poeta Zaza, sottoscrivo le parole di Marezia, inutile riscriverle.
Inoltre, amando solo le poesie che trasmettono sensazioni che in prosa richiederebbero pagine e pagine, non comprendo la funzione di tutti quei versi in un racconto come questo. Opinione, però, di un non esperto.
Metterlo in versi è stato un modo come un altro di riscrivere il racconto, e, pensando che chi lo traghetta dal WD è un personaggio del mondo poetico del Sommo Vate, per me, nel mio piccolo, è stato un attimo pensarlo e proporlo così.

Grazie del passaggio e del tuo parere, @Macleobond :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Mafra ha scritto: mer feb 03, 2021 4:23 pm Ciao, @Poeta Zaza. Della tua revisione ho apprezzato soprattutto le poesie finali (della serie... ognuno di noi ha gusti diversi e ciò che piace a uno può non piacere a un altro, e viceversa). Ho ritrovato in esse la cura che sempre metti nella costruzione dei versi e la tua indubbia abilità poetica. Per essere apprezzate in pieno forse avresti dovuto staccarle dal brano, proprio per evitare la contrapposizione delle voci di cui qualcuno ti ha già detto. Io, al posto tuo, avrei presentato solo quelle, o per meglio dire quella, perché credo si tratti di un’unica poesia frammentata per dare risalto alle due voci (correggimi se sbaglio), lasciando da parte il testo e proponendole come trasposizione autonoma del racconto in versi. Ci sono immagini molto belle, insieme a tanti artifici retorici che rendono il testo espressivo sia dal punto di vista del significato che del significante. Insomma, a mio parere, sei stata molto brava a tradurre il racconto in versi, non è affatto facile, ed è molto difficile farlo creando dei versi suggestivi come hai fatto tu.
Ciao, @Poeta Zaza, ti abbraccio, come sempre ❤️
Cara @Mafra :)

pensa che avevo cominciato a fare proprio così, a trasformare il testo in prosa in testo poetico, totalmente. Poi, ho valutato che sarebbero stati pochi caratteri, e inoltre la prima filastrocca in endecasillabi non si sarebbe legata bene alla seconda parte poetica, dove i due bambini si scambiano le loro "pagine di mondo". Così, ho pensato di metterci in mezzo il racconto, che, tra l'altro, ho modificato coi suggerimenti dei commenti ricevuti nel WD.
Hai ragione, è una poesia a due voci, quella finale. Grazie dei complimenti.
Ricambio l'abbraccio :hug:

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Tutte giuste anche le tue considerazioni di ordine generale, Marezia.
Ho fatto un pot-pourri di incontri veri di diversi bambini di mia conoscenza con compagni stranieri, ma nessuno orfano, e la fantasia
che ci ho aggiunto io è risultata il punto debole della narrazione. :facepalm:
Ma c''è una cosa che riguarda la me bambina, che mi sono divertita a inserire, come contrasto.
Dove spiego la capriola allungata, nella poesia a sinistra, a fine brano. Perché si può fare solo su un declivio con un bel tappeto d'erba; non certo sulle dune che ti afferrano nei piedi...

Grazie del tuo passaggio, @Bef :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

ivalibri ha scritto: lun feb 01, 2021 7:55 pm Ciao @Poeta Zaza
non avevo letto il racconto da cui sei partita (si vede che avevo saltato quel MI) e mi è piaciuto un sacco, è un testo delicato su un tema importante ma non facile (perché si rischia di essere retorici). Il tuo testo non cade in questo rischio grazie alle belle immagini, all'uso dei termini stranieri e al punto di vista infantile.
Qualche aggiustamento lo farei nell'uso di termini non adatti a un bambino, come ti hanno già suggerito, per migliorarlo ancora.
Del testo nuovo mi è piaciuta in particolare la poesia-filastrocca iniziale. Le poesie finali, seppur belle nelle immagini, le ho sentite "amalgamate" meno a tutto l'insieme, meno calate nel pov infantile.
Comunque gran bel pezzo! Brava!
Cara @ivalibri :)

Sono lieta della tua approvazione. :greetings-waveyellow:

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Sunday Times ha scritto: dom gen 31, 2021 8:52 pm
Un bambino che sbaglia a dire meglio non può dire distanziando.
E nemmeno di sottecchi.

Sono solo due esempi. Per il resto, è bello sentir parlare di amicizia pura un bambino, specialmente quando dice che preferisce il nome etnico a quello solito. Anche se la dicotomia rimane perchè le poesie sono quelle di un adulto, trovo che qui il contrasto sia bello e renda possibile la lettura da parte di un adulto e un bambino insieme, una volta portato il racconto in linea con il linguaggio di un bambino.
Hai ragione sul fatto di non essermi calata del tutto nella penna di un bambino di otto anni.
Grazie del tuo commento, @Sunday Times :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Grazie del passaggio, @Edu .
Per il verbo premunire ci avevo pensato, ma mi sono detta: "munire prima" , dare un'arma per difendersi, ci dovrebbe stare, in bocca a un bambino di
otto anni. Tu dici di no e ci sta anche che sia un termine difficile. Ok.
Così come, per mantenere una forma elementare nella sintassi, nella seconda poesia in forma libera dove Amir spiega il suo Kenia, mi sono inventata l'escamotage tra parentesi - (senti dire dai grandi) -
quando parla con termini come "gelarti il sangue di striscio" e "quello spazio di cielo ti parla di misteri in abissi di luce".

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Adel J. Pellitteri ha scritto: gio gen 28, 2021 8:59 am @Poeta Zaza il racconto è stato ampliato rimanendo identico nella sostanza; sostanza che a me è piaciuta molto. Il contest mi pare ci chiedesse qualcosa in più, cito @Cicciuzza "fatene quel che volete, un sequel oppure ampliatelo, ma che sia un ampliamento nella qualità e non nella quantità (le parole esatte non le ricordo ma la sostanza era questa), quindi non so se sei riuscita davvero a rispondere alle attese di Caronte
@Cicciuzza ha anche scritto:
Potrete farne un sequel, un prequel, prendere il titolo e riscriverlo, trasformare una poesia in un racconto o viceversa...
Cosa ho fatto io? Ho tradotto il racconto in poesia e dentro ho inserito il racconto, chiuso tra le due parti poetiche come in un sandwich. :P
Adel J. Pellitteri ha scritto: Alternare poesia e prosa trovo sia un bell'espediente, anche se, come ha detto @Niko non tutte le immagini mi sono arrivate nitide come speravi tu. In ogni caso la lettura è stata molto gradevole.
Ti ringrazio dell'apprezzamento e delle note, @Adel J. Pellitteri :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

Niko ha scritto:
C'è qualcosa che non va qui, forse un refuso o una parola saltata. Cosa significa "mi faccio più del ridere"?
Il narratore è un bambino di otto anni: è sempre lui che recita la poesia a rime baciate dell'inizio e le poesie sugli scambi di pagine di mondi della fine.
Siccome ha quell'età, invece di fargli dire: mi diverto di più, ho pensato di fargli dire "mi faccio più del ridere" (sottinteso: con lui che con gli altri) ossia "mi faccio molte più risate con lui che con gli altri".


Legame tra una frase e l'altra strano, traballante: "Forse non voleva farsi notare. Poi, teneva le mani aperte sul foglio [...]". Le due frasi non c'entrano niente l'una con l'altra
È un modo di reagire al fatto che il mondo esterno gli fa ancora paura: guarda le sue mani aprirsi al massimo per autoconvincersi di essere all'altezza di quello che l'aspetta: e questo mentre ancora si faceva piccolo nel banco. Come un prendersi le misure di nascosto, prima di farsi conoscere.

e quel poi stona molto. Sarebbe auspicabile una riformulazione non solo di queste frasi ma anche del prima e del dopo, per dare continuità e scorrevolezza a un testo singhiozzante, ovviamente secondo il senso che gli volevi dare tu. Per esempio:
Ricordo che all’inizio era timido e pauroso: cercava di farsi piccolo nel banco... forse non voleva farsi notare. Gli piaceva tenere le mani nere aperte sul foglio grande dell’album da disegno bianco: le apriva al massimo [...]

La faccenda del "poi" l'ho assimilata da un bambino di pari età di Amir che lo usa come intercalare. E il brano è scritto da un bambino: da Aldo.
Comunque, anche il saltare di palo in frasca fa parte del Pov infantile.


Bisogna eliminare il punto e proseguire con la parentesi con "anche" in minuscolo. Fai lo stesso errore poco più avanti.
Qui il soggetto (lui) è ancora il bambino cinese delle frasi precedenti, non ad Amir, quindi ci si confonde nella lettura.

Hai perfettamente ragione!

Perdonami, @Poeta Zaza , se invece non commento le poesie all'interno del testo, è solo che non ne sono in grado dal punto di vista tecnico. Come contenuti, alcuni versi mi hanno lasciato perplesso, perché non ho capito cosa volevi comunicare:

Ma poi si sblocca e usa le matite
come un rustico, rozzo cacciavite;
tira i capelli alla capoclasse
ma strizza l’occhiolino alle ragazze.


Quando prende confidenza con l'ambiente, non sta più fermo e buono, ma agisce come il bambino vivace che è: la punta di una matita si può usare per altre funzioni (anche se ammetto che è per la rima che ho scelto la funzione di cacciavite... ) e si relaziona a suo agio anche con le compagne.

Pur se venuta da una bocca strana,
La poesia di apertura ricalca molti degli episodi del racconto. Questo verso si riferisce all'episodio in cui Amir va a colorarsi i denti col pennarello nero.

da gelarti il sangue di striscio
[i leoni, i ruggiti
da gelarti il sangue di striscio
(senti dire dai grandi)[/i]
Amir spiega a Aldo l'effetto che fa il ruggito del leone a chi lo sente. Lo esprime con le parole con cui i grandi lo interpretano: da gelare il sangue - però di striscio - in quanto non hai il pericolo di fronte.


Mentre apprezzo moltissimo la chiusa (sarà perché amo il cielo, le stelle e l'unvierso tutto :asd: ).
Il racconto è invero scritto in maniera poco fluida e poco godibile dal punto di vista della forma e della scorrevolezza, mentre singole frasi qua e là sono decisamente apprezzabili, visto il tema. Mi è piaciuto molto l'espediente dei termini che impara Aldo da Amir.
Sui contenuti, ci sarebbero libri interi da scrivere, soprattutto oggi che il razzismo è tornato alla ribalta grazie alla piaga sovranista e mondi politici affini, soprattutto per il distorto racconto che si fa dei migranti.
Apprezzo molto l'intento inclusivo!
Onorata del tuo passaggio. Ho compreso i tuoi suggerimenti. Grazie, @Niko :)

Re: [Caronte] Pagine di mondi

bestseller2020 ha scritto: mer gen 27, 2021 4:32 pm ciao @Poeta Zaza . Hai traghettato il racconto del WD fino a questo Caronte. Non l'hai riscritto ma lo hai arricchito con l'inserimento di questi versi. Quindi un traghettamento in chiave poetica di un racconto che parla di integrazione e di amicizia. Non è da trascurare che la integrazione in questo caso parte da una adozione, che è qualcosa di più del sentimento di solidarietà. A riguardo la poesia, interessante la divisione dei pensieri in due distinte sequenze, che elencano mondi diversi, ma che viste e lette, appaiono condurre all'unisono ad una unica terra, come se tra le parti di mondo ci fosse, anche tra loro, una sorta di gemellaggio. Alcuni versi sono molto elaborati e a mio gusto, un po troppo sdolcinati, ( a me piacciono i gusti forti) :P
Credo che hai lavorato alacremente per mettere su tale costruzione di tante belle frasi. ciao a presto :sss:
Gradito commento, @bestseller2020 :)

[Caronte] Pagine di mondi

Pagine di mondi

Racconto migrato:
L'ultimo arrivato
Racconto commentato:
Un altro addio

Il compagno di scuola è un africano,
da dove viene? viene da lontano;
le mani nere sopra il foglio bianco,
cerca di farsi piccolo nel banco.
Ma poi si sblocca e usa le matite
come un rustico, rozzo cacciavite;
tira i capelli alla capoclasse
ma strizza l’occhiolino alle ragazze.
Quel giorno che i suoi denti erano neri
brillavano all’unisono i pensieri;
ancora nelle mani il pennarello,
capivo che il mio amico è proprio bello.
Pur se venuta da una bocca strana,
sai mamma! ...lui la voce l’ha italiana!


C’è una novità a scuola: a un mese dall'inizio, è arrivato un nuovo compagno. È alto come me, cioè molto, dato che sono nell’ultimo banco.
E infatti ce l’ho vicino io.
Prima, però, il maestro ce l’ha presentato, e intanto gli teneva la mano sulla spalla, perché era spaesato:
"Ecco Amir, il vostro nuovo compagno. Viene dal Kenia ed è stato adottato due anni fa. La sua famiglia si è appena trasferita qui.” Tutti gi abbiamo detto: “Ciao Amir!” e lui ha fatto un sorriso timido.
È passato un mese e siamo amici. Voglio dire che anche con gli altri vado d’accordo, ma con lui mi faccio più del ridere e quindi sto più bene.
Ricordo che all’inizio era timido e pauroso: cercava di farsi piccolo nel banco. Forse non voleva farsi notare.
Poi, teneva le mani nere aperte sul foglio grande dell’album da disegno bianco.
Le apriva al massimo, distanziando più che poteva tutte e cinque le dita, di tutte e due le mani.
Poi mi guardava di sottecchi e le girava, per farmi vedere che sotto erano rosa.
Un giorno, nell’intervallo, gli ho detto che se uno lo incontrava di notte, nudo, non se ne accorgeva nemmeno perché non lo vedeva (era uno scherzo). Ma lui è stato più in gamba di me, perché mi ha risposto: “Non se rido” e mi ha mostrato la sua dentatura bianchissima splendente.
Ci siamo messi a ridere da piegarci in due. Io gli ho messo in mano il pennarello nero e gli ho detto:
“Allora, se non vuoi farti vedere di notte e vuoi ridere lo stesso, passati questo sui denti, prima!”
Amir ha voluto provare. Detto fatto, è andato in bagno ed è tornato coi denti neri.(Anche se si capiva che con la saliva un po’ veniva via).
Il maestro se n'è accorto e l’ha mandato a lavarsi; poi gli ha messo una nota sul registro. Io ho detto che era anche colpa mia e mi sono preso la nota che mi spettava.
Nel doposcuola, facciamo i compiti insieme: lui si impegna molto a migliorare il suo italiano. E poi, coi suoi genitori è facilitato; non come Jerry, il cinesino, che a casa parla solo cinese. Come può imparare bene l’italiano? Glielo abbiamo detto tutti. Lui ha risposto che deve ancora imparare bene il cinese. Dev’essere vero. Io l’ho visto scritto, con tutti quei segni strani, e l’ho sentito parlare. Come faranno a capirsi? Mah!
Però lui non piace a tutti. Lucio Bassi, di quinta A, un giorno in cortile gli ha detto, piano per farsi sentire solo da lui: “Negro che puzzi, cosa fai qui?” Lui non si è scomposto e gli ha detto: “Bianco non lavato, si dice slavato a casa tua? Sai, sono nuovo.” (Qualcuno l’aveva premunito su come rispondere a certa gente.)

Amir mi parla degli elefanti e dei leoni dell’Africa: per definirli dice mkuu che vuol dire “maestoso”, come una maestà, cioè come un re. E leone si dice Simba, pensa un po’, questa la sapevo. Elefante si dice “tembo” che non c’entra niente, e mamma mama e papà papa, senza l’accento. Voler bene si dice mapenzi.
Ci sono cose che dice che mi fanno pensare più di quelle che mi dicono gli altri compagni.
“La mia mamma è bianca, ma ha lo stesso modo di carezzarmi della mamma nera che non ho più.”
“Il mio cielo di notte nel Kenia fa più luce del tuo e la sabbia del mio paese è tanto bianca che splende. Ma di giorno qui ho meno paura.”
Noi due abbiamo lo stesso colore delle lacrime. Me ne sono accorto quando ci siamo scontrati le teste mentre giocavamo a calcio in cortile. E anche la stessa testa dura!

"Rafiki" mi ha chiamato un giorno. Mi sono girato. Cosa vuol dire? Lasciami indovinare.
Amico? Mi ha fatto il segno dell’ok. Mi piace di più che lui mi chiami Rafiki piuttosto che Aldo.
Anche perché spesso dice “Ado” che nella sua lingua è “rumore”. E se mi lamento, ridendo dice che io sono ado per le sue orecchie.
E poi, sai mamma, noi due ci spieghiamo… i nostri mondi.

Io gli spiego i miei prati
verdi d’erba
che aiuta
il rivoltarmi
come zolla lanciata
a spirale:
coricato,
mani e piedi
allungati

al massimo ,
dal declivio sul ciglio
alla valle;
tra le braccia il mio viso
a parare
del terreno gli sbalzi
e alla fine
da quell’esercizio rapito
soddisfatto mi spazzolo
un po’
i fili d’erba attaccati
ai vestiti
e risalgo il versante e riprovo.



Lui mi spiega
le sue giraffe - i leoni, i ruggiti
da gelarti il sangue di striscio
(senti dire dai grandi)
le sue dune e i granelli
di sabbia:
grandi numeri come le stelle;
ci sprofondi al ginocchio
e ti sferza e ti sforza
il cammino
ché la duna ti afferra
nei piedi,
non si lascia saltare;
e la notte
(senti dire dai grandi)
quello spazio di cielo ti parla
di misteri in abissi di luce.

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