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Re: Riscontri e frustrazione

Cheguevara ha scritto: Una sola volta, a seguito di un acceso dibattito sul WD con un editor verboso, noioso e supponente, ho accettato il suo invito ad inviargli un mio testo perché potesse fare le sue considerazioni: stroncatura su tutta la linea. Venendo da un soggetto che infarciva di errori i suoi post e che parlava ogni tanto di grassa (scritto proprio così) ignoranza, l'ho considerato un complimento.
Ho il vago sospetto di sapere a chi tu stia alludendo...

Re: Riscontri e frustrazione

Angelo ha scritto: "Le idee di base sono molto buone, ma l’intreccio narrativo non risulta convincente/incisivo. In particolare abbiamo trovato poco apprezzabile l’abuso dell’intervento dell’autore, che appiattisce la narrazione e ne aumenta la prevedibilità".
L'autore sei tu. Secondo le regole, nella maggior parte dei casi (escluso, per esempio ma non sempre, l'io narrante) l'autore dovrebbe essere trasparente, senza neppure comparire tra le righe. Non è mai così, perché è impossibile, ma talvolta la sua presenza è troppo avvertibile. Credo sia questo il problema che ti è stato evidenziato, cioè che tu, autore, sbuchi ovunque nel tuo romanzo ad appiattire la narrazione e ad aumentarne la prevedibilità. Se fossi in te, proverei a verificare se la critica corrisponda al vero e, nel caso così fosse, la prenderei come un consiglio.

Marcello ha scritto: Mi capita spesso di lavorare su secondi romanzi di autori per i quali ho curato l'editing dell'opera prima e ti garantisco che nella gran parte dei casi il salto di qualità è facilmente riscontrabile già a un primo sguardo.
Posso testimoniare che finire tra le grinfie di @Marcello  è più istruttivo di un corso di scrittura. 

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